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‎Claudio Lattanzi‎ a Orvieto nella letteratura, nel cinema,nell’arte

Pier Vittorio Tondelli scrisse il romanzo “Pao Pao”nel periodo in cui stava svolgendo il servizio militare alla caserma Piave di Orvieto. La sigla Pao, che sta per Picchetto Armato Ordinario, evoca l’esperienza della caserma, punto di partenza di un romanzo in cui Tondelli intreccia sapientemente i fili di una trama ora sentimentale ora comica, e sempre sorretta da una vivacissima invenzione linguistica. Di fatto Pao Pao narra le storie amorose e poco marziali che travolgono una compagnia di giovani durante l’anno di servizio militare. Al grigiore dell’apparato burocratico e militare questi giovani oppongono una vitalità a volte sfrenata riuscendo ad attraversare indenni le istituzioni nonostante le infrazioni ai codici disciplinari e una più o meno larvata resistenza alla sottomissione: nelle loro tane (docce, sgabuzzini, scantinati…) e durante le ore di libera uscita danno facilmente sfogo alle voglie e ai discorsi, che l’autore segue con sguardo divertito e complice. Pao Pao è un testo polifonico dalle molte sorprese, che da una parte narra i mille sotterfugi e umori coi quali i giovani affrontano il Rito di Passaggio della caserma, e dall’altra riscopre, con freschezza e felice evidenza di immagini e circostanze, quell’antica arte di sopravvivere che il Bel Paese incessantemente tramanda adeguandola a ogni situazione.

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Tondelli parla molto di caserma ma non solo di caserma. C’è un mondo in parte scomparso. Parla di Orvieto e del suo comprensorio con toni caldi e familiari. Appassionanti le citazioni sulle trattorie, su stradine, su paesi come Allerona in festa per i Pugnaloni………

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Pier Vittorio Tondelli morì il 16 dicembre 1991 a Correggio, il paese dove era nato il 14 settembre 1955, 36 anni prima. È sepolto nel cimitero di Canola, una frazione di Correggio, Reggio Emilia. A causare la sua morte fu un acronimo, AIDS, che venticinque anni fa faceva ancora paura e vergogna. La sua famiglia, cattolica, fece un comunicato per negare la notizia, e anche Tondelli, prima di morire, scelse di non dire la sua malattia.

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