Le statue manieriste che ( forse ) ritorneranno in Duomo. ( L’ Annunciazione) e i viaggi dei marmi.

Francesco Mochi di Montevarchi fu ingaggiato dall’ Opera del Duomo per fare la serie in marmo dell’ Annunciazione con un Angelo la Madonna, e un San Filippo apostolo.

Ma fu solo il virtuoso Angelo Annunciante che risultò di grande impatto tra i committenti della Fabbrica, cosi non fu della Madonna l’Annunciata, e dei 900 Scudi richiesti ne ricevette solo 600, di più non si può dissero dall’ Opera.

Nemmeno il più famoso Gianbologna ne ricevette oltre 600 per il modello del San Matteo, poi fatto dal Francavilla. Subito dopo l’ Angelo si commissionò al Mochi l’Annunciata, che l’ artista stesso avveva gia selezionato il marmoalle cave di Carrara, e ogni volta accadeva che il viaggio per portare i marmi a Orvieto si presentava molto avventuroso. Il primo tratto di mare fino a Corneto ( Tarquinia) andava programmato nella stagione opportuna, cioè d’ estate con mare calmo, perché frequenti erano anche i naufragi della navi e addio marmo con una perdita di mesi di lavoro e di denaro, certamente l’ Opera non si poteva permettere anche queste perdite.

Poi i problemi venivano per attraversare la maremma con maggiori pericoli con i pesantissimi carri trainati da bestie poderose di buoi e bufali, tratti sabbiosi con salite disagevoli e crinali ripidi, e anche pagamenti di “gabelle” nell’ attraversare tratti di terreni privati di qualche signorotto.

Poi dopo questi disagevoli viaggi avventurosi, accadeva che sia il San Filippo e che l’ Annunciata ( come accennato sopra) dopo finite le statue non risultavano soddisfacenti ai committenti, e così cominciavano vertenze, che diventavano liti giudiziarie, specialmente per il San Filippo .

Anche l’ Annunciata ebbe un periodo travagliato, terminata nel 1609 ben dopo tre anni poté prendere il suo posto, anch’essa nel coro dove era già posizionato l’ Angelo, in attesa di annunciare al popolo la lieta novella,
per dirimere il diverbio con l’ Opera dovette addirittura intervenire il Papa.