Architetture da record: la cupola di Santa Margherita in Montefiascone
Se è vero che le cupole sono il più grande traguardo architettonico e costruttivo dell’uomo, risulta quasi impossibile restare indifferenti di fronte a quella che per certi versi è il simbolo tradotto in pietra della città di Montefiascone: la cupola della sua Cattedrale
di Francesco Moretti
Sin dall’antichità , l’architetto è colui che si occupa di quelle che sono le due cose più difficili da realizzare: l’arco ed il tetto. La cupola, in un certo senso, racchiude entrambi questi due elementi perchè è sia una struttura spingente come l’arco e sia una copertura ad uno spazio sottostante come il tetto.
Costruite in pietra, in mattoni, in cemento o in acciaio, queste strutture sono esempi straordinari di geometria dello spazio tanto che nessun’altra tecnologia costruttiva ha scatenato nell’uomo un’attrazione tale come l’hanno suscitata le cupole. Forse, parafrasando Mario Salvadori, la cupola è quanto di più vicino esista al Paradiso, l’unica rappresentazione finita e definita che l’uomo ha del cielo.
Per questi motivi è impossibile restare indifferenti di fronte a quella che per certi versi è il simbolo tradotto in pietra della città di Montefiascone: la cupola della Cattedrale di Santa Margherita.
Commissionata intorno al 1670 dal cardinale Paluzzo Paluzzi Albertoni Altieri, già vescovo di Montefiascone, all’architetto Carlo Fontana, la cupola di Santa Margherita sorprende per la sua imponente mole che le permise, tra l’altro, di essere sfruttata in alcuni film italiani degli anni ‘70 come controfigura architettonica di pregio della più famosa cupola di San Pietro.
Con circa 27 metri di diametro, il “cupolone di Montefiascone†è, considerando solo gli edifici di culto, la quarta cupola più grande d’Italia preceduta solamente dalla cupola di San Pietro in Roma (41 metri circa) dalla cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze (42 metri circa) e da quella del Pantheon (43 m circa).
Ricoperta di piombo e sormontata da una semplice ma deliziosa lanterna che appoggia su sinuose scanalature abilmente modellate e dettate sia da motivi strutturali che estetici, la cupola di Santa Margherita definisce con il suo stile barocco il profilo urbano di Montefiascone attraverso un “attacco al cielo†(termine tecnico con cui alcuni architetti definiscono il coronamento di un edificio) che mescola la materialità della terra con la spiritualità della volta celeste.
Se è vero che i monumenti sono per noi che oggi li osserviamo, degli ammonimenti, oggi questa mirabile struttura, ci ricorda che i veri record per un paese che si definisce civile, non sono i decreti legge dei governi, ma la prosperità delle comunità (grandi o piccole che siano) data anche dalla costruzione di grandi opere come la cupola di Santa Margherita.
Forse, quando lasceremo da parte i “bla bla bla†e torneremo, solo a pensare, di poter costruire cupole potremmo finalmente dire di poterci ritrovare all’interno di un nuovo Rinascimento.
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