Cimitero Monumentale, a settembre il via ai lavorinella Cappella degli Scalzi

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mercoledì 26 luglio 2017
di Davide Pompei

Cimitero Monumentale, a settembre il via ai lavori nella Cappella degli Scalzi

Chiusura definitiva dei lavori alla Chiesa degli Scalzi, con relativo saldo di tutti i fornitori. Ma anche conferma che “si dia seguito ai lavori di restauro della Chiesa di San Rocco“, avviati nel 2012, in Piazza del Popolo dove insistono degli affreschi attribuiti a Cristofo Di Bartolomeo da Marsciano ed Eusebio Gaspari da Montefiascone. È stato stabilito dal Consiglio Affari Economici della Parrocchia dei SS. Andrea e Bartolomeo che, intanto, annuncia per settembre l’inizio dei lavori nella Cappella della Chiesa degli Scalzi, ubicata nel Cimitero Monumentale di Orvieto.

Prodotto dell’Ottocento, illuminista e romantico insieme, dal 1867, quest’ultimo offre ai cittadini “quell’estremo servizio pubblico che coniuga tempo e memoria in un consolante ambiente di Natura e Paesaggio umanizzato“. Deve la sua impostazione all’architetto pontificio Virginio Vespignani e al geometra Vincenzo Mancini. All’ingegnere Paolo Zampi si deve l’ampliamento realizzato alla fine del XIX secolo, mentre l’espansione compiuta nel 1986 si ispira al progetto dell’archistar Massimiliano Fuksas, oggetto nel 2016 di una conferenza promossa dall’Istituto Storico Artistico Orvietano propedeutica alla visita con ingresso nelle cappelle più interessanti e letture di brani dei letterati che qui sono sepolti, a cura del Gruppo FAI Orvieto.

Nell’intrico prospettico dei cipressi emerge, infatti, lo stuolo delle cappelle familiari adorne di opere ma anche un tesoro che versa in pessime condizioni conservative come la Chiesa di San Lorenzo in Vineis, dopo che un fulmine ne ha danneggiato l’originale lanternino. Copiosa, la quantità d’acqua piovana che danneggia la struttura della cupola e le decorazioni in stucco. Sculture, pitture, incisioni, ceramiche e mosaici che, nel loro insieme, hanno contribuito a formare un campione dell’arte otto-novecentesca d’importanza non solo locale, potendo vantare tra le altre una rarissima opera di Filippo Severati come “Il Ritratto dei Coniugi Mazzocchi” sono censite nel volume “Il Cimitero Monumentale di Orvieto. Le Opere d’Arte” di Aldo Lo Presti (Intermedia, 2013).

Anche prive di connotati religiosi e riferimenti letterari a “I Sepolcri” di Foscolo o all’Antologia di Spoon River, altrove le passeggiate tra le lapidi di personaggi – più o meno, illustri – del campo santo muovono nuove forme di rispettoso e rispettabile necro-turismo. Non certo di massa, non solo in occasione della Commemorazione dei Defunti. In alcun modo macabro, semmai gotico. E tutto teso a trattare i cimiteri come beni architettonici, artistici e storici. Dal Campo Verano di Roma al Père Lachaise di Parigi, passando per il Cimitero Monumentale di Milano, sono numerosi i siti che custodiscono bellezze. Troppo spesso oggetto di incuria e degrado, se non di vere e proprie azione predatorie questi luoghi della memoria della collettività – Orvieto, non si sottrae all’invito – meriterebbero maggiore conoscenza, migliore tutela.

A questo, punta il protocollo d’intesa firmato a ottobre dello scorso anno tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Sefit – Servizi Funerari Italiani – Settore di Utilitalia (Federazione dei servizi pubblici). Tra i punti principali, misure fiscali ad hoc e la realizzazione di un “Atlante dei Cimiteri Monumentali e del Turismo della Memoria” in formato digitale. Strumento, quest’ultimo, da promuovere anche con il coinvolgimento di Enit, Regioni ed Anci, con possibilità di mappare i beni culturali custoditi nei cimiteri storici – compresi quelli di guerra, italiani e stranieri – ritrovando quelli sottratti e impedendo la possibilità di nuovi furti. E sostenere nella loro gestione i Comuni. A livello mondiale, sono stati contati 417 cimiteri di potenziale interesse turistico. In Italia, il primato con il 55,2% del totale europeo, pari a 192 cimiteri. La maggior parte si trova in Toscana (13% del totale nazionale), ma anche nel vicino Lazio (7,3%). Con buona pace del caro estinto. E nuove prospettive da cogliere.

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